venerdì 3 agosto 2007

Il rispetto delle regole

Sabato scorso, come Comitato "14 ottobre", abbiamo organizzato una raccolta firme per i candidati alla segreteria del PD.
Per la cronaca, abbiamo raccolto 48 firme in due ore, con un clima che più antipolitico non si può, dove la frase che più mi sentivo ripetere era "non mi interessa".
A questo appuntamento ho invitato anche un amico, giovane iscritto all'Italia dei Valori, con il quale condivido l'auspicio di una futura confluenza nel Partito Democratico del soggetto di Di Pietro.
Mentre distribuiva i volantini, Giovanni, questo è il suo nome, rimaneva fedele al cavallo di battaglia legalitario del suo partito, a quei valori di rispetto delle regole che dovranno essere alla base del Partito Democratico, per dargli fondamenta forti.
Come si sarà sentito Giovanni nel sentire che il leader del suo partito, di un ex magistrato, che ha fatto del rispetto della legge una professione prima e un impegno poi, ha provato a scardinare non solo le regole in senso stretto del Partito Democratico, ma anche quelle del vivere comune e del buon senso?
Come si può pensare di poter entrare dalla porta principale se fino a poco prima non solo su quella porta si pisciava, ma da fuori si gridavano anche insulti a chi stava dentro?
Di Pietro ha provato ad entrare da quella porta, e ci ha provato anche di notte, proprio come i ladruncoli di bassa lega, come chi si vantava di combattere.
Questo comportamento non mi è piaciuto, come non credo sia piaciuto a quanti dell'Italia dei Valori, già si sentono parte del processo democratico.
Si scusi Tonino, si cosparga il capo di cenere e entri nella sua casa naturale a capo chino.
Almeno i suoi iscritti potranno entrare a testa alta.
C'è già chi l'ha fatto.

Ovviamente su Pannella non mi pronuncio. Troppe parolacce.

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