martedì 19 giugno 2007

Saperi democratici


A qualche populista demagogo potrà sembrare strano che alcuni di questi parlamentari, scrivano un appello così accorato perché il Partito Democratico sia un partito anche e soprattutto di cultura.
A dispetto del clima antipolitico che si respira ultimamente (e non solo), ecco un progetto serio per un partito che persegua politiche culturali non soltanto predicate, ma anche praticate (mammamia quanto è bella questa massima!).
Quello che comincia come un testo carico della retorica già sentita su investimenti sulla cultura eccetera, dà invece dei seri spunti di riflessione su quella che dovrà essere la linea del Pd in merito.
Primo. L'autonomia dei territori non si tocca, ma la cultura non può essere subordinata all'esigenza della singola realtà locale. Dobbiamo, da europeisti come siamo, investire a livello dell'UE.
In soldoni, non bisogna insegnare il dialetto nelle nostre scuole mentre nel mondo parlano l'inglese già da bambini.
Secondo. Promozione convinta della formazione culturale, in pratica una sensibilizzazione dell'elettorato, per avere dei momenti di partecipazione democratica il più sentiti e coinvolgenti possibile.
Terzo. Un'azione, all'interno del Pd, di promozione della soggettività politica di ognuno e della sua rielaborazione personale, per un partito "nuovo, perché al proprio interno promuove e dà valore a chi costruisce, piuttosto che a chi oppone veti".
Io ci sto!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie