venerdì 26 gennaio 2007

Mea culpa, magistrorum maxima culpa

Mi scuso per le due settimane sabbatiche del blog, causate da un'eccessiva mole di studio.
Ora ricomincio.

giovedì 11 gennaio 2007

Parla con me

Ho appena finito di vedere la prima puntata in prima serata di "Parla con me", il talk show condotto da Serena Dandini.
Ma perchè è così insolito vedere un professore di archeologia classica scherzare con un comico in prima serata? Ma perchè in Italia la cultura in tv dev'essere per forza Piero Angela & fam. oppure la 3a serata di Rai Tre?
Che bella sta trasmissione, speriamo che duri.

Adesso anche voi non potrete più dire NON LO SAPEVO

God, Inc - Episode 1

Questo è veramente un capolavoro!

martedì 9 gennaio 2007

Per l'Italia unita, rossa e socialista!


Dopo questa vittoria del Partito Marxista Leninista Italiano, la società capitalista ed antiproletaria e la sua cricca revisionista hanno i giorni contati!

De violentia

Da quando ha messo piede sulla terra, l’uomo è stato accompagnato da una storia di sopraffazione e crudeltà certo retaggio del suo passato animale, ma anche della natura più intima dell’essere umano.
Basti pensare alla storia che studiamo sui libri per vedere chiaramente che ogni avvenimento importante è stato accompagnato dalla violenza: dalle carneficine consumatesi durante ogni guerra alle successioni “forzate” sui troni delle più importanti dinastie, dallo sterminio di popoli per la loro terra alla sistematica e programmata eliminazione di un’etnia.
Credo che per spiegare la violenza non ci sia nulla di meglio che la definizione che ne dà il dizionario: “Tendenza sorda ed animalesca alla sopraffazione”.
Ma, a differenza degli animali, l’uomo conosce anche un altro tipo di violenza, quella trattenuta, covata dentro di sé ed accresciuta dal tempo: la vendetta.
Purtroppo, però, quella che è senza dubbio la peggiore deriva che un istinto umano può prendere, è stata spesso celebrata da eroi (vendicatori mascherati) e da autori (anche Omero, nell’Odissea, celebra come sacrosanta la strage dei Proci).
Ma la nostra società non può accettare, e quindi implicitamente promuovere, un fenomeno che comporta macchinazioni ordite per danneggiare l’autore di uno screzio passato, in nome di una propria personale giustizia.
A dispetto di ciò, noi italiani siamo un esempio di litigiosità senza pari, con una giustizia intasata da cause futili spesso intentate per rivalsa.
Fortunatamente c’è un testo molo chiaro in proposito, la Costituzione della nostra Repubblica, che sancisce che la giustizia è una sola condanna quella arbitraria ed individuale.
Perfino il carcere, avendo fine rieducativi, non è la vendetta della società contro chi ha sbagliato, ma un modo, per lui, di meritarsi il perdono.
Ma più che alla Costituzione, ci dovremmo affidare al buon senso della gente che non considera il perdono buonismo d’altri tempi, ma argomento sempre attuale perché solo d quello possono nascere pace e solidarietà.
Vediamo ogni giorno che la vendetta, quella che i mafiosi definiscono “il miglior perdono”, dà origine ad una continua spirale di violenza, pochi dicono, però, che si può fermare solo alla radice.

lunedì 8 gennaio 2007

domenica 7 gennaio 2007

De bello arabico

Dopo i fatti dell’11 settembre 2001, esaurito l’iniziale e scontato scalpore, si sono distinte, rispetto all’Islam, due linee di pensiero.
L’una aperta nei confronti di quest’altra civiltà, consapevole dell’innocenza dell’Islam quanto della colpevolezza e dell’efferatezza di alcuni suoi settori. Una visione, questa, ferma nel colpire ma saggia nel farlo.
L’altra, invece, quella che io ritengo più becera e semplicistica, che asserisce di una presunta guerra di civiltà (o di religione) tra l’occidente e i paesi islamici. Tra i principali fautori di quest’idea c’era la defunta Oriana Fallaci, assurta ora a profetessa da coloro che sposano questa tesi.
Ella stessa, infatti, parla va di “guerra di religione”, in palese antitesi con quanto scriveva Dacia Maraini, giornalista e scrittrice: “Non sono stati gli islamici in generale a fare l’eccidio, come non sono stati gli italiani in generale a buttare la bomba alla Banca dell’Agricoltura o alla stazione di Bologna”.
Certo, mi si potrà obbiettare che i musulmani ci stanno “invadendo” per mezzo dell’immigrazione e che l’occidente sta cedendo in cerca di un eccessivo rispetto, ma credo che sia necessario saper scindere le due cose.
Che l’immigrazione ci sia e che per certi versi sia un problema è innegabile, chiunque legga un giornale lo vede, ma io credo che questa, se affrontata in maniera corretta e vista non solo come un problema, ma anche come un’opportunità per arricchire noi e la nostra cultura, possa risultare ben accetta.
C’è poi il discorso della “ritirata” dell’occidente di fronte a quest’altra cultura, e qui la questione si fa più complessa.
Certo è necessario avere rispetto per una cultura diversa dalla nostra (e non tutti ce l’hanno), ma quando leggo che in certe scuole sono state bandite le celebrazioni del Natale per rispetto agli alunni musulmani, ritengo ciò profondamente sbagliato.
Penso infatti che le due culture si debbano incontrare senza limitarsi a vicenda, pur essendo limitate dalle leggi italiane.
Ritengo che un incontro non possa essere sinceramente costruttivo se non si verifica nella vera essenza delle due culture.
All’indomani dell’11 settembre 2001, a fronte della generica condanna all’Islam che stava uscendo da certi ambienti, una persona a me vicina mi regalò un libricino: “L’Islam spiegato ai nostri figli”, di Tahar Ben Jelloun, poeta, romanziere e giornalista di natali marocchini, che spiega in maniera semplice e discorsiva la vera essenza della civiltà musulmana.
Dopo una lettura del genere non si può che dissentire fermamente da quanti, in maniera spesso sorda ad ogni confronto, additano nell’Islam una cultura nemica della nostra e da rifuggire.
Le culture, al giorno d’oggi, per quanto diverse siano, non possono sfuggire allo scontro.
E perché no, all’incontro.

giovedì 4 gennaio 2007

Dark City

Post veloce che ho sonno.
Ho appena visto Dark City.L'idea secondo me è bellissima, il film un po' meno. Secondo me con una trovata del genere, un copione un po' più elaborato, un cast decente e un po' di marketing avrebbero potuto fare faville. Appuntamento (spero) ai prossimi anni per un remake perchè l'idea lo pretende.
Qual è l'idea? Vedetevi il film!

Sotto la neve, cazzate

Le giornate di ieri e oggi sono state particolarmente feconde, per Berlusconi e i suoi bravi, in quanto a castronerie.
L'inaspettato calo del fabbisogno pubblico, ha fornito molti spunti alla banda delle libertà. Primo tra tutti il prendersi il merito di ciò, non considerando l'eredità lasciata al governo di centrosinistra: crescita zero, rating rasoterra, valutazioni negative della bce e chi più ne ha più ne metta.
Ma ciò che più mi ha colpito, nella pagina dell'Unità dedicata alle sue esternazioni oggi, è stato l'accusare Prodi di un uso "clientelare" della spesa.
Ora, io spero che qualcuno informi il Cavaliere del significato delle parole; uso clientelare era quello che faceva lui del ruolo che ricopriva fino a pochi mesi fa, favorendo platealmente le sue aziende e quelle a lui connesse; nulla a che vedere con il nuovo governo.

Il piccolo diavolo

Oggi, sempre consigliato dalla mia infallibile ragazza, ho visto "Il piccolo diavolo, con Roberto Benigni e Walter Matthau.
Le risate autenticamente genuine che questo film mi ha fatto fare, mi hanno fatto riflettere su un apparente paradosso: al giorno d'oggi, per avere un po' di aria fresca nella commedia italiana, è necessario andare in dietro nel tempo.
Ora questo genere, che ci aveva reso grandi nel mondo, si è ridotto alle porcherie di Natale, con attori strapagati e copioni che non valgono neanche la carta su cui sono stampati.
Quando abbiamo smesso di produrre bei film con bassi budget e ambientati nelle nostre bellissime terre?Quando hanno cominciato i nostri registi a puntare sempre più sulla popolarità degli attori, sulla sconcezza dei copioni e sempre meno sulla qualità?
Forse quando abbiamo cominciato a diventare stupidi.

martedì 2 gennaio 2007

Use CONDOMS

Il Postino

Ieri, ancora preda degli effetti dei fumi etilici di Capodanno, ho visto Il Postino, con Massimo Troisi. Devo dire che l'ho trovato magnifico; un film del genere che, partendo da una storia semplice semplice insegna non solo la poesia in sé, ma insegna anche a amarla, dovrebbe essere proiettato in classe almeno una volta nel percorso scolastico.
Ieri ho finalmente compreso il significato e l'uso che posso ancora fare di tutto ciò che ho appreso lo scorso anno in classe e studiando la poesia.
Allora un film così, che fa tornare fuori anche le cose che pensavo di nulla utilità, non merita proprio di essere visto?